Archivio per maggio, 2018

Anche le pulci hanno la tosse – 29/06/2018 in 21:00

18/05/2018 // Predstave 2018

anche le pulci hanno la tosse dramma italiano

INGRESSO GRATUITO

HRVATSKO NARODNO KAZALIŠTE IVANA PL. ZAJCA RIJEKA

DRAMMA ITALIANO FIUME

Premiera ANCHE LE PULCI HANNO LA TOSSE
Fulvio Tomizza

spettacolo per bambini e famiglie
Regia: Diana Höbel
Adattamento teatrale: Ugo Vicic
Musiche: Carlo Moser
Arrangiamento musiche: Aleksandar Valenčić
Scenografie: Anton Plešić
Costumi: Manuela Paladin Šabanović
Disegno luci: Bruno Guastini
Assistente scenografo: Filip Buković
Assistente costumi: Ivana Butković

Personaggi:
SALTELLINA-pulce/Rosina: Enze de Rosa
TZATZIRA-zanzara/Susanna: Leonora Surian Popov Ivna Bruck
TESSITORI-ragno/Don Alfonso: Francesco Godina
LOCOMOTORE-millepiedi/Lindoro: Stefano Surian

Direttore di scena: Bruno Guastini / Flavio Cossetto
Incluso nel programma Teatro fiumano ragazzi „Kamov”
Coproduzione con La Contrada – Teatro Stabile di Trieste

”Anche le pulci hanno la tosse” è un modo di dire usato per definire quelle persone che non valgono nulla, ma che si permettono di parlare e di fare sentire la propria voce, anche se è impercettibile come quella, in senso figurato, delle pulci. Lo spettacolo racconta la storia di Saltellina, ambiziosa e capricciosa pulce amante del bel canto. Un ragno, una zanzara e un millepiedi penseranno a darle una piccola lezione.

Lo spettacolo dura cca 1 ore.
Prima Trieste 3.1.2018 – Teatro Bobbio
Prima Fiume – Casa di Cultura Croata / HKD na Sušaku

Più informazioni: hnk-zajc.hr

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Molly Sweeney – 28/06/2018 in 21:00

18/05/2018 // Predstave 2018

DSC_5215_resizeMolly Sweeney

Accademia d’arte di Spalato e Associazione d’arte Romb in collaborazione con l’Associazione Mitropa, il Teatro di Sebenico, l’Associazione regionale dei non vedenti di Spalato

Autore: Brian Friel
Regista: Bruna Bebić
Traduttore: Damir Munitić
Drammaturgia: Lada Martinac
Sceneggiatore: Danira Matošić
Costumista: Ana Marin
Scelta di musica e video: Edi Matić
Identità visiva: Bruno Bebić
Produttore: Nela Perković

PROTAGONISTI:
Monika Vuco
Pere Eranović
Alen Čelić

Lo spettacolo di Brian Friel, Molly Sweeney, trae la base dello spettacolo e l’ispirazione dal celebre saggio di Oliver Sacks “Vedere e non vedere” fondato su storie di vita reali.

La storia del personaggio principale, una giovane donna quasi cieca dalla nascita e che un intervento chirurgico potrebbe aiutare a riacquistare la vista, è strutturato in tre monologhi paralleli: uno quello del medico Rice, un oculista, che nel caso clinico medico di Molly, trova la possibilità di ricostruire la propria carriera rovinata, l’altro monologo è quello del giovane marito di Molly Fisher, Frank, un giovane alla ossessiva ricerca di eccitazione e situazioni insolite, e la terza storia è quella di Molly in persona. Il discorso narrativo è scritto con raffinato senso realistico per i rapporti umani, profondità psicologica, la costruzione di situazioni, e la complessa narrazione che si snoda attraverso più pre-storie focalizzandosi poi drammaticamente nella notte prima dell’intervento chirurgico e, nel secondo atto, sulle conseguenze derivategli.

E le conseguenze per Molly sono paradossalmente drammatiche. Sebbene questo intervento chirurgico le abbia sensibilmente migliorato la salute restituendole la vista, lei non può provare i suoi benefici. Molly, infatti, in nome dell’amore e della comprensione, si abbandona alla cura degli altri (, il padre che la guida da bambina, Frank e Rice che ciascuno a suo modo, e anche se entrambi pieni di amore, comprensione e compassione, la usano per se stessi) e lei pian piano abbandona i valori su cui aveva fondato la propria vita, perdendo la propria sicurezza e l’indipendenza. Quindi, anche se recupera la vista, non riesce a vedere. È consapevole del fatto di avere rifiutato la propria specificità con la quale fino ad allora ha sentito la vita come un dono. Infine, la sua scelta è il rifiuto di vedere, ma non in un modo che celebra la vista interna (come fa l’eroe tragico di Edipo), ma come un gettarsi nel divario in cui governa la vista cieca, il divario tra il “vedere e non vedere”, di cui scrive il neurologo Oliver Sacks nel suo saggio che ha ispirato Brian Friel a scrivere il dramma Molly Sweeney, opera di cui da un lato l’intensità, dall’altro il grande tema, il tema del costo della libertà umana, classifica questo scrittore come uno dei drammaturghi più importanti della fine secolo.

La scena che vi è presentata, è stata parzialmente ampliata dalle indicazioni che Friel offre nel discorso narrativo. In questo modo ha ottenuto una maggiore possibilità di ritmica e la possibilità di un più complesso accatastamento di puzzle teatrale-drammatico che in quanto tale, pone al cast, ma anche al pubblico, sfide maggiori.

Più informazioni: www.hnksi.hr

I realisti – 26/06/2018 in 21:00

18/05/2018 // Predstave 2018

REALISTI SNG Nova Gorica slika za katalog zl 2018TEATRO NPOPOLARE SLOVENO di Nuova Gorizia

I REALISTI

Durata dello spettacolo: 1 ora e 30 minuti senza pause.
Regia: Tijana Zinajić
Dramaturgo Jure Karas
Lettore Srečko Fišer
Scenografia Neža Zinajić
Costumista Matić Hrovat
Accompagnatori: Jože Šalej, Anže Vrabec
Designer luci: Samo Oblokar

Interpreti: Peter Harl, Jure Kopusar, Matija Rupel, Urška Taufer, Žiga Udir
Partecipano anche: Anže Vrabec / Jože Šalej
La prima: 22 febbraio 2018, Teatro di Nuova Gorica, piccola scena
La seconda presentazione 23 febbraio 2018, SNG Nova Gorizia, piccola scena

Tema:

Il mondo va in rovina e noi invece corriamo al centro commerciale più vicino.

Gli spettacoli sono spesso più reali delle realtà. Il terzo mondo è alle prese con l’ecologia e l’economia, noi invece siamo preocupati per la durata della batteria? Coltiviamo l’avidità. Andiamo al lavoro che non c’è. Solo la morte e i prestiti rimangono per sempre. Dove dovrebbe andare una persona normale altrove che a teatro?

Le persone che se ne intendono dicono che di costumi, battute e bevande ce ne saranno ancora.

Ridiamo, prima che sia troppo tardi.

Più informazioni: sng-ng.si

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Tobelia – 27/06/2018 in 21:00

18/05/2018 // Predstave 2018

tobelijaTEATRO DI DANZA DI LUBIANA
TOBELIA
18 giugno 2017
Rosana Hribar / Nick Upper
TOBELIA
spettacolo di danza su motivi del dramma di Ljubomir Đurković

Coreografia e selezione musicale: Rosana Hribar
Interprete e co-creatore di movimento: Rosana Hribar, Maša Kagao Knez, Urša Rupnik
Direzione e scenografia: Nick Upper
Drammaturgia: Andreja Kopač
Progettazione illumino-tecnica: Aljaž Zaletel
Musica: Bocet la Înmormântare Stupca (Ciprian Porumbescu) Suceava, Sabu Martinez: di Sabu Jazz Espagnole Disco 1 TRAG: Jovana, Jovanka (instrumental) – (LIVE) Banja Luka 2013 Vasko Atanasovski, Vlatko Stefanovski, SPSCO: Jovana, Jovanka, Blues Balkan (Varius Artisti) Disco 1: Vasile Pandelescu: Work Hulbesti (Si Voce), Cigdem Tastan: Jovana, Jovanka
Costumi: Katarina Scooter
Produttore: Živa Brecelj
Prodotto da: Plesni Teater Ljubljana
Coproduzione: Studio 25

Tema di donne che hanno eccessivamente amato [lo stesso] uomo che ora non c’è più …

L’antica usanza delle tobelie, donne appartenenti alla società fortemente patriarcale [balcanica] le quali assumono ruoli maschili, quando, per vari motivi gli uomini non ci sono più, è il motivo trattato dalla coreografa Rosana Hribar e le co-creatrici Urša Rupnik e Maša Kagao Knez, che descrivono le emozioni di una “vita senza un uomo”, attuale sia in passato che al presente.

Una storia intrecciata sulla perdita di una persona cara, può succedere anche oggi, ovunque; una tragedia urbana di tre donne, due generazioni, fatalmente segnato dalla tragica perdita di una persona cara: il figlio (Vida: Rosana Hribar) il fratello (Ana: Urša Rupnik) o il marito (Bojana: Maša Kagao Knez), che sono destinate a convivere, con l’assenza dell’uomo col quale ciascuna era affettuosamente legata.

Lo spettacolo di danza Tobelia, tratta motivi eterni: da una parte il desiderio e la nostalgia di “appartenenza” a qualcuno, mentre dall’altra parte la paura di rimanere intrappolati in un ambiente, una situazione senza speranza, la passione e la rabbia, il dolore e il desiderio, il disprezzo e l’ intreccio fatale e la condanna all’eterno ritorno al passato. L’uomo è morto. Rimane la tomba e un senso di perdita, abbandono e amarezza, alimentato soprattutto dalla paura di tutto ciò che mette in discussione la loro forte fede.

Tobelia è l’immagine del mondo in cui i valori e gli ideali cambiano rapidamente, mentre la questione dell’emancipazione femminile diventa sempre più importante – alla luce della perdita dei diritti (già) ottenuti, o il cambiamento dell’identità degli uomini (assenti), Tobelia è lo specchietto retrovisore dell’identità dell’umanità spezzata e di un quadro devastante del mondo patriarcale.

Più informazioni: ptl.si

Le serve – 25/06/2018 in 21:00

18/05/2018 // Predstave 2018

1W9A5106TEATRO ISTRIANO DI POLA
Jean Genet
LE SERVE

Traduttore: Vjenceslav Kapural
Regista, drammaturgo, scenografo, costumi, coreografo, selezione musicale: Damir Zlatar Frey
Luci: Dario Družeta
Consulente linguistico: Đurđa Škavić
Consigliere drammatico: Vesna Đikanović
Assistente scenografo: Goran Šaponja
Assistente costumi: Desanka Jankovic
Maschere e acconciature: Mighty King

Interpreti:
SOLANGE Petra Blašković
CLAIRE Rada Mrkšić
SIGNORA Ronald Braus
Organizzatore, direttore scena: Manuel Kaučić

Le serve, testo drammatico dello scrittore francese Jean-Genet, drammaturgo e attivista politico del secolo scorso, uno dei rappresentanti di spicco del teatro d’avanguardia e del teatro dell’assurdo – è un dramma che con la sua inconfondibile attualità, trova la propria strada allo spettatore contemporaneo, quasi esigendo di essere riviste e rilette, dimostrando che l’autore, in molti sensi controverso, sia un classico del nostro presente teatrale. Perché Le serve e il loro autore, parlano degli istinti più oscuri provocati dalle circostanze di un noto ambiente (non) sociale, con una forte ed eccezionale poesia, quasi imponendo di essere osteggiato teatralmente, da un regista, o da qualcuno i cui manoscritti teatrali siano esaltati da un’emozione audace, da una forza d’opinione, ma anche con la ricerca intransigente di una poesia teatrale delicata e concepita esteticamente e messa in scena. Cioè, Damir Zlatar Frey. Si potrebbe dire che Le serve di Genet lo riconoscono e scelgono come regista per vivere e discuttere dei loro, ma anche nostri, dubbi morali ed esistenziali, per aiutarci a rendercene conto e quindi riconoscerli con l’aiuto della magia del teatro.

Questo spettacolo rispetterà l’idea di Genet della teatralizzazione che cancella i confini tra il gioco e la realtà, il servo e padroni, le vittime e i carnefici, così come altre dualità immanenti a questo testo, ma allo stesso tempo smaschererà e incolperà l’ipocrisia sociale condannandola, anche se oggi è diventata non solo accettabile, ma anche una forma di comportamento desiderabile.

Ci occuperemo delle differenze nella gerarchia sociale: il potere di coloro che possiedono il denaro, quel nuovo dio dei tempi moderni che ha eliminato l’utopia a vantaggio del rispetto del materiale, e di coloro che non possiedono nulla, ma vorrebbero fortemente appartenere a un tale mondo. Quanto le nostre serve sono pronte a sacrificare per realizzarlo?

Dov’è il limite? Quando e in che modo la vittima può reagire?

Da questi temi che vogliamo discutere e abbiamo bisogno di esprimere sulla scena teatrale, è ovvio che lo spettacolo tratterà l’essenza dell’uomo moderno, le condizioni in cui viviamo ai tempi del capitalismo liberale, tratterà la divisione di classe, la posizione di potere e la determinazione del destino attraverso la visione di due donne che non hanno nulla; la loro posizione sociale e il loro impiego le mettono in una situazione non invidiabile, di oppressi, umiliati e degradati.

Željka Udovičić Plešinj

Più informazioni: www.ink.hr

Lavoro a mano – 24/06/2018 in 21:00

17/05/2018 // Predstave 2018

_1X_3529TEATRO DI OSIJEK

LAVORO A MANO
Scena notturna

Jean-Claude Danaud
LAVORO A MANO
(Un ouvrage de dames)
commedia nera

Traduttore: Višnja Machiedo
Direttore: Ivan Leo Lemo
Scenografia: Vesna Režić
Costumista: Marko Marosiuk
Musica: Zvonimir Dusper – Dus
Maestro luci: Tomislav Kobia

INTERPRETI:
LA VEDOVA, la mostruosa Jasna Odorčić
Sophie, la sciocca: Anita Schmidt
Ms. PETITPAS, la santa: Ljiljana Krička Mitrović

Direttore scena e suggeritore: Zrinka Stilinovic
Vice direttore tecnico: Davor Molnar
Responsabile del laboratorio di maschere e parrucche: Ružica Miler
Drettore scena: Mato Ivić
Responsabile illuminazione: Tomislav Kobia
Responsabile del suono: Davorin Toth
Tecnico illuminazione: Leon Landeka
Decorazioni e attrezzature sceniche realizzate nel laboratorio HNK guidato da Željko Jurić.
Costumi realizzati nella sartoria del HNK sotto la guida di Zvonko Majdiš.

Prima: 9 marzo 2018
(nn) SCENA NOTTURNA

(n) LAVORO A MANO

(pn) PRIMA

Con un pizzico di magia, le migliori ricette sono sempre le più semplici: tutte le porte vengono aperte con o senza chiavi. E la ricetta della prima (e unica) prima della Scena notturna, è provata essere fiabesca: il testo Parigino di humor nero, offre al pubblico di Osijek, un Jean-Claude Danauda stranamente sconosciuto, ​​diretto da Ivan Leo Lema e, come in uno spot per l’acqua minerale “Radenska”, un inconfutabile grande trio di attrici: Jasna Odorčić, Anita Schmidt e Ljiljana Krička Mitrović.
E dal momento che nulla è casuale, c’è sempre una sincronicità nascosta, la prima prevista per il 9 marzo 2018, salta come un luccio in mezzo all’apparentemente tranquillo stagno della discussione sulla Convenzione di Istanbul, il dibattito sul genere e il sesso. Danaud, cioè, parla della violenza che le donne subiscono nei matrimoni “idilliaci” attraverso una storia piuttosto divertente di tre donne di carattere diametralmente opposto (una mostruosa, una stupida e una santa), nel momento in cui, infine, la morte bruscamente separa dall’uomo con cui convivevano e che hanno sopportato per anni, il quale è stato sentito come un corpo strano, aggressivo.
In mezzo ad un mondo in realtà estremamente maschile come lo dimostra la grande Vesna Režić, le nostre tre donne con costumi e trucco ed espressione verbale sapientemente sottolineato da Marko Marosiuk, ma anche con le loro azioni, passano attraverso la vasta gamma di morbilità di un mondo dove tra di noi non ci capiamo. Non perché non possiamo, ma perché non non siamo in contatto l’un con l’altro. A causa della gabbia della propria visione del mondo, perché è più facile non vedere e non sapere.

Più informazioni: www.hnk-osijek.hr

Regina madre – 23/06/2018 in 21:00

17/05/2018 // Predstave 2018

1TEATRO DI PTUJ/CAPODISTRIA

Alfredo, giornalista divorziato di non grande successo, dopo anni di assenza, torna a casa dalla madre Regina, che è anziana, malata e vedova, ma pur sempre dominante; e in cerca di pace (con il pretesto di fare una ricerca e scrivere un tema storico) scrive un libro trattando invece la malattia e la morte della madre, e lo offre ad un editore. Vivere con la madre, che umilia il figlio idealizzando costantemente il defunto marito con cui lo confronta, culmina quando Regina scopre gli scritti di Alfredo e lo accusa di vendere la sua morte. Alfredo, tuttavia, le fa notare che la sua malattia è l’unica realtà nel mondo delle bugie in cui vive.

Dopo due mesi, nel giorno della celebrazione del suo 50° compleanno, durante il pranzo festivo carico di accuse reciproche, di confessioni e umiliazioni, ma anche di bugie, Alfredo viene a conoscenza che la madre in passato è stata suora, che rimase incinta e così fu costretta a lasciare il convento, e lui, pur essendo tabletomane e tossicodipendente, non regge e ne riceve il colpo finale. Regina chiude la scena con una canzone e una torta con candeline accese per il figlio morto.

La Regina madre (questo è anche il titolo del libro che Alfredo scrive della madre) è una “cronaca familiare”, che mette a fuoco il rapporto tra madre e figlio, dove entrambi, ogniuno a proprio modo, cercano la riconciliazione interna e la liberazione dall’inferno che portano in sé. Anche se le cause del loro dolore sono diverse (per Alfredo la freddezza della madre, la mancanza di attenzione e di amore nell’infanzia, che ritiene colpevole per il proprio “blocco creativo” e dell’incapacità di instaurare una vera e propria relazione con la moglie e lo rende dipendente da droghe; Regina invece desidera l’amore del figlio, che non può avere a causa del proprio comportamento, perchè glorificando il defunto marito, non potrà mai ottenere il rispetto del figlio); i due abnegano totalmente la religione: Alfredo vuole negare il fatto di essere stato battezzato, Regina invece, negando la fede, vuole dimenticare una parte della sua vita e continuare a vivere di illusioni.

Il complesso rapporto tra madre e figlio, le peripezie della vita, i dettagli segreti e le complesse relazioni familiari in cui i membri mettono in discussione le conseguenze dei loro dolorosi e tristi ricordi, sono solo alcuni dei motivi fondamentali trattati dal Santanelli, che rivela anche altri peccati e il lato oscuro dei segreti di famiglia e il loro destino; nel dramma in cui si intrecciano, pur senza successo, i tragici interrogativi sull’identità, l’immagine di famiglia idilliaca oscurata dal peccato della madre, per cui la Regina madre è il grido ironico e disperato di un figlio che con la noiosa e dolorosa vivisezione della propria origine e il peccato di convento della madre, riordina i frammenti dei propri fallimenti di vita, dove nessuno è innocente; la responsabilità e la confessione sono solo un anello debole dell’alibi, in cui entrambi credono e insistono fino alla fine.

La Regina Madre è il quinto testo drammatico del drammaturgo italiano, scrittore e autore di radiodrammi, Manlio Santanelli (Napoli, 1938), che con Annibale Ruccello ed Enzo Moscato, si colloca tra i più importanti rappresentanti del teatro italiano ‘nuova drammaturgia napoletana’, ma è la prima che ha portato all’autore il riconoscimento più alto (E. Ionesco ha valutato La Regina Madre come il migliore testo drammatico degli anni ottanta del 20° secolo). Dopo la prima al Teatro Sette di Asti (1985), lo spettacolo ha rapidamente trovato la propria strada sui palcoscenici europei (solo in Germania ha avuto 11 presentazioni) come pure in Russia. Da noi non è ancora stato messo in scena.

Damir Zlatar Frey, autore di espressive e distintive poetiche teatrali, è un regista che, con i suoi spettacoli antologici, ha segnato la scena teatrale slovena. Anche gli attori di questo spettacolo, Nataša Barbara Gračner e Aleš Valič, sono altamente quotati, e come tali, si può con gran ragione prevedere una maestosa creazione artistico-teatrale.

Più informazioni: www.mgp.si

Resistenza – 22/06/2018 in 21:00

17/05/2018 // Predstave 2018

otpor-13Co-produzione del Teatro Nazionale Serbo, Teatro della città di Bečej, Associazione “Arteria” Novi Sad, con il supporto della Città di Novi Sad

Li Mekdugal
RESISTENZA

Regista: Sonja Petrović
Tradotto da: Igor Pavlović
Drammaturgia: Nikolina Stjepanović
Scenografia: Željko Piškorić
Autori dei grafitti: Uroš Štrboja e Stefan Stanojević
Compositore: Uroš Stojnić
Tecnico luci: Marko Radanović
Produttore: Elizabeth Fabri
Direttore scena: Vladimir Savin
Suggeritore: Srđan Stojnović
Maestro musica: Dušan Jovanović

Interpreti:
Igor Pavlovic
Tijana Marković
Marko Savic
Dimitrije Aranđelović
Milica Grujičić

La prima: 15 dicembre 2017, Scena da camera

Lo spettacolo dura un’ora e venti minuti senza pause.

Li McDougall scrive di tre giovani che combattono tutto ciò che la loro società impone, in particolare il Vertice del G-8 e G-20, e attraverso la loro resistenza, l’autore parla della sensazione di sgomento della giovane generazione che sente la realtà di ciò che accade in una società capitalista, dove i potenti, associandosi, diventano ancora più potenti, mentre i comuni mortali si trasformano in individui obbedienti e servili, esecutori, che non è giusto. La storia viene interrota dalla storia sull’industria farmaceutica che ha una medicina per tutto: una vi fa star male, e poi l’altra allevia lo stato di malore che ha causato.

Due giovani rapiscono un uomo potente, in effetti, tutto comincia come un innocuo momento romantico in un appartamento squalido, dove l’incontro viene interrotto dai due amici della ragazza che entrano e si rendono conto di chi hanno in casa, e cercano il modo per trasformare la situazione a proprio favore, almeno in termini materiali. I tre non lavorano, lei si vende per sopravvivere, l’altro si occupa di piccoli furti e rivendita, e il terzo ha lavorato su un blog ma ha smesso. Si capirà che stava lavorando proprio per il potente rapito. L’autore si occupa anche della storia della guardia del corpo che viene a salvare il capo; si tratta di una donna che sotto il velo della salvezza da una vita in un paese povero, viene, in realtà, trasformata dal sistema, in servitore.

Una storia sfaccettata in più direzioni che prova diversi volti del sistema capitalista. Tutto ciò non lascia lo spettatore indifferente, perché Igor Pavlović, Tijana Marković, Marko Savić, Dimitrije Arandjelović e Milica Grujičić interpretano i loro personaggi molto suggestivamente. Rimane un nodo in gola la frase pronunciata dal potente alla fine: “La resistenza è inutile”. È certamente per loro lo è. Rimangono senza denaro, nella propria solitudine, probabilmente pronti per una nuova azione.

sonja petrović Novi Sad

Membro della giuria – Maja Gregl

15/05/2018 // news

Maja GreglMaja Gregl (nata nel 1957 a Zagabria), scrittrice e drammaturga.

Formazione: Accademia d’Arte Drammatica (1982) e Facoltà di Filosofia (1983).

Dal 1982 scrive radiodrammi e drammatizzazioni di romanzi.

Il dramma teatrale “Alma Mahler” (Premio Marin Držić, 1996 e Marul, 1999)

I radio-dramma: “Lettere a Yvette”, “Four Roses”, “Il segreto della scogliera”, “Incontro a bordo”, “Klara Schumann”, “Alma Mahler”, “Lou Andreas-Salomé”, “Il sorriso di Lucrezia Borgia”.
Racconti da libri pubblicati: ,,Il guerriero e le principesse ” (Tempi moderni) e “Amore ai piedi di Medvedgrad ” (Jesenski & Turk), sono state trasmesse dal terzo canale della Radio croata, nella trasmissione La prosa croata.

Dal 1990 Maja Gregl lavora presso il Dipartimento del Dramma della Radio-televisione croata come drammaturga e redattrice; ha curato una serie di film diretti da registi pluripremiati in Croazia e all’estero, adattamenti teatrali e trasmissioni, fiction televisive (“Come iniziò la guerra sulla mia isola”, “Riconoscimento”, “Leo e Brigitta”, “Gioco e realtà”, “Pont Neuf”, “Illusione”, “Sogna tesoro mio”, “Metastasi”, “Cannibale vegetariano”, “I nomi di ciliegia”) e telenovele (“L’orgoglio dei Ratkajev”, “Tutto sarà bene”, “La Valle del sole”).

Ha scritto tre scenografie di film animati, prodotti dal Zagreb Film (“Desiderio”, “Sulla galleria” e “Zulejka”) trasmessi e premiati ai festival a livello nazionale e internazionale.
Oltre a progetti televisivi, cura la trasmissione Radio romanzo di autori croati contemporanei in ciclo di cinque puntate settimanali, sul terzo canale della radio croata.

E’ membro di diverse associazioni professionali – HDDU (Associazione croata di artisti drammatici), HDP (Associazione di scritori croati) , HDFR (Associazione di registi di film della Croazia).
In diverse occasioni, è stata membro della giuria per il conferimento di premi professionali del Teatro croato, ed ha partecipato come membro della giuria al Festival internazionale televisivo Prix Italia

Membro della giuria – Nataša Bezić

15/05/2018 // news

Ci spiace, ma questo articolo è disponibile soltanto in Hrvatski.