Archivio per giugno, 2015

La tabella di voto 2015

29/06/2015 // news

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16° giubileo del Festival Internazionale del Teatro da camera

“Leone d’oro” Umago 2015

Prestazioni in concorso per il premio del festival (scena dei teatri della città): LA TABELLA DI VOTO:

GIORNO

ORE

TEATRO

SPETTACOLI

PUBBLICO VOTO

Venerdì
26/06
21:00
Umago
ISTARSKO NARODNO KAZALIŠTE
GRADSKO KAZALIŠTE PULA
PULA, HR
4,58
Sabato
27/06
21:00
Umago
HNK Ivana pl. Zajca Rijeka
RIJEKA, HR
4,51
Domenica
28/06
21:00
Umago
EUROKAZ
ZAGREB, HR
3,91
Lunedi
29/06
21:00
Umago
KAZALIŠTE SLIJEPIH I SLABOVIDNIH
NOVI ŽIVOT
ZAGREB, HR
4,44
Martedì
30/06
21:00
Umago
SLOVENSKO NARODNO GLEDALIŠČE
NOVA GORICA
NOVA GORICA, SLO
4,50
Mercoledì
01/07
21:00
Umago
MINI TEATER
LJUBLJANA, SLO
 4,38
Giovedi
02/07
21:00
Umago
SKD TABOR – ASC TABOT
TRIESTE, IT
 4,50
21:00
Buie
HNK U VARAŽDINU
VARAŽDIN, HR
 4,45
Venerdì
03/07
21:00
Umago
HNK U VARAŽDINU
VARAŽDIN, HR
 4,40

Lettera di sostegno 2015

25/06/2015 // Nekategorizirano

Vili-BassaneseIl Festival internazionale del teatro da camera Zlatni Lav-Leone d’oro rappresenta l’espressione più viva del territorio dove nasce e cresce  Umago, cittadina situata sulla costa nord occidentale dell’Istria, popolata nei secoli da gente di cultura, lingua e religione diverse. Umago è sempre stata caratterizzata dal rispetto e dal concetto di convivenza, affermando valori quali comunicazione, accettazione del diverso e solidarietà. Tali valori, elevati alla massima potenza anche nella scrittura del nostro Fulvio Tomizza, sono stati abbracciati dal Festival Leone d’oro, facendo sì che il boccascena del nostro teatro diventi luogo di possibilità infinite. Nella nostra quotidianeità, bloccati in etichettamenti e ruoli ben definiti, finiamo per non esprimere le parti più autentiche di noi stessi, e questo nel tempo può portare a indifferenza. Grazie alla cura con la quale vengono scelti i titoli, i teatri e gli attori, il Leone d’oro continua a comunicare e dar voce a sentimenti, pensieri e azioni che continueranno a vibrare accompagnati dai prolungati e sentiti applausi al calar del sipario, come daltronde succede ogni sera da ormai sedici anni.

Sindaco:
Vili Bassanese

Vesna Đikanović

25/06/2015 // news

vesna-djikanovicIl festival “Leone d’oro”, continuando il suo cammino verso il dialogo artistico e interpersonale, anche con l’edizione di quest’anno, si trova di fronte alla ricerca di sorgenti pulsanti e flussi vivi della realtà con la quale stabilisce un dialogo artistico. Il motto del festival di quest’anno è: ” É giunto il momento delle rivelazioni!” Il “Leone d’oro” volgerà lo sguardo là dove l’esperienza della realtà suggerisce apertamente o di nascosto di nascondere, di sviare lo sguardo. Là, dove è “vietato guardare.” Cercherà di scoprire cosa si cela dietro le mura che alziamo quotidianamente e con persistenza, e che comunque non ci difendono più davanti a nulla, che divorano enormi quantità della nostra energia vitale. Pertanto, la selezione di quest’anno rappresenta una produzione teatrale che si rifiuta di mostrare la realtà sotto diverse maschere teatrali di convenzione, di obbedienza, di eccessiva cooperatività. Al contrario, mette in gioco gli elementi del diritto d’autore di disobbedire, comunica con scene audaci e con differenti dimensioni di ardua libertà di scelta.

La commedia “Scompiglio” di Branko Brezovec, espone il problema di come riconoscere il desiderio nella sua verità e come affrontare la verità. É stata ispirata dal romanzo dello scrittore austriaco Robert Musil, e lo stesso motivo è stato usato pure dal regista Volker Schlöndorff. Questo chiedersi della vera natura del desiderio e dell’amore, si svolge ai margini dell’Impero di cui in passato eravamo parte, nel contesto dell’entrare nel mondo delle norme della popolazione adulta, di costruzione della gerarchia -quella militare e quella maschile, ci pone di fronte agli standard scortesi della verità, il modello cliché di repressione dell’esperienza che sicuramente conduce ad un futuro distruttivo di vita vissuta nella menzogna, del senso di colpa e maltrattamenti di se stessi. Ci espone anche un fatto molto importante, che in realtà non sappiamo come trattare la rudezza, la crudeltà, l’aggressività. Seguendo questa pista, dal contesto del periodo in cui  il suo modello è stato concepito e dall’esperienza del secoli in cui viviamo, la performance anticipa il sorgere del fascismo.

Giorgio Amadeo, autore e direttore del progetto ‘Savina’, scritto in lingua italiana, in collaborazione con il Teatro Stabile Sloveno di Trieste, narra una storia di vita vissuta, della slovena Savina Rupel, che nel vortice della guerra, internata nel campo di concentramento di Ravensbrück in Germania, mette al mondo il figlio Daniel, il quale qui muore. La storia teatrale è composta da varie interviste a Savina, che capisce il dovere civile e morale della testimonianza, che sente la propria sopravvivenza agli orrori della guerra come un dovere di informazione da tramandare alle generazioni future. A noi che viviamo oggi, con conflitti e crimini che costantemente infiammano le città, più velocemente di quanto i nostri media riescano a riferircene e che ancora più velocemente e irrimediabilmente scompaiono dalle notizie di stampa “La troia”, un monodramma del regista Zijah Sokolović e interpretato dall’attrice Olivera Baljak, trova e formula la figura teatrale di una donna, nata dalle colonne vibranti di Vedrana Rudan, in una performance  matematico fiabesca. La donna che qui troviamo, rivela l’enorme peso non solo nel mitico rapporto tra uomo e donna che cerchiamo costantemente di capire, ma tutti i tipi di peso che le donne sopportano qui e ora, fino alla paura che non le accada qualcosa di nuovo, di diverso e – più facile. A nome di tutte queste donne, che non possono o non sanno come vedere la propria realtà, questa performance rivela, senza alcuna paura, la donna pronta ad affrontare il cammino in mezzo all’immondizia della vita quotidiana, attraverso la fede, la politica, e altri sottoprodotti della realtà, delle vecchie percezioni della propria vita e informazioni e conoscenze più aggiornate di ogni genere, tramite la ricchezza del tempo che hanno accumulato nella vita. Diverse preoccupazioni e modelli femminili nelle relazioni di identità che qui sorgono, vengono presentate nella  “#pornographia,”  progetto d’autore di Alen Prošić nato nel contesto di prassi estetica del suo hybridTheatro di Lubiana, collegando il teatro e il cinema. Questa performance, formulata dall’autore come performance radicale di teatro, ci rivelerà la storia che a qualcuno sembrerà ripugnante, brutta o addirittura volgare. Vale a dire, ci rivela la nostra capacità di affrontare i personaggi senza riserve. Questo evento teatrale pone davanti a noi una sfida in cui sarà necessario scrollarsi di dosso tutti i tipi di pregiudizi che senza sosta ci inseguono, spesso come fortezze invisibili che determinano la nostra identità. Apre al pubblico la porta della intimità di Emma e Adele, svela a poco a poco il loro  amore, il desiderio, denudandole fino ad arrivare a una libertà totale, in esplicite scene di sessualità. Si tratta di una rara occasione sulle nostre scene teatrali, perchè consapevolmente non lascia  indifferente – nessuno.

Una vita matrimoniale civile e convenzionale da far invidia, biografie quasi stereotipiche quanto auspicabili di due coppie di coniugi che si dissolvono a tarda notte in una situazione di commedia nera, di satira, di slapstick dell’autore Edward Albee, dall’interpretazione e regia molto sottili e lucide, di un sistema di valori in cui viviamo, e delle convenzioni che vengono freneticamente accettate. La “Virginia Woolf” di Frey porta spietatamente alla luce l’altra facciata del successo che viene garantito dalle regole  sociali, scoprendo una vera e propria vita dietro le maschere, quelle sociali e quelle private. Frey ci rivela chiaramente, come un prezioso suggerimento, che viviamo in un mondo che non sa cosa farsene delle emozioni, che ci rende più fragili, perché il confine tra il successo e l’insucesso è molto fluido e inaffidabile,.

Dalla ambito delle attività sociali di successo nella graduatoria convenzionale sociale, che improvvisamente cessano di essere tali, la performance di Zajec “I maiali”, presentata dal Teatro popolare di Varaždin e diretto da Damir Zlatar Frey, ci trasferisce in un territorio grottesco: nell’isolata fattoria di allevamento di maiali. Nel bel mezzo di questo fango, il regista fa sedere su un divano Biedermeier, le protagoniste di questo spettacolo, due sorelle, come un paio di figurine in porcellana finissima, appena uscite da una confezione regalo. Ma questa scena che ci fa pensare ad un souvenir che sembra sorridereci da uno scaffale, quasi come una scena del passato, scoprirà il grottesco fino al limite. Questo divano, appartenente ai salotti borghesi, un luogo di rilevamento storico e di conflitti d’un tempo, scoprirà la relazione tra uomini e maiali: chi è l’uomo e chi  è il maiale, i vivi che sono morti e i morti che sono vivi, dove tutto l’umano e il sociale appartiene al passato, un luogo ai limiti dell’antimondo. Così il grottesco di questo spettacolo scopre l’esistenza di stati intermedi, delle categorie e relazioni deformati al punto che sfidano la classificazione, e che in nessun modo si addicono a qualsiasi separazione categoriale o intoccabilità del superiore e dell’inferiore, del disgustoso e del familiare. Attacca l’ipocrisia di varie disarmonie sociali e il narcisismo individuale della realtà che ci circonda. Anche se la scena è molto ricca, vigorosa e attraente, “I maiali” di Frey trasmetteranno al pubblico l’importanza e la necessità della costruzione di una civiltà che va oltre il mondo della violenza e dello spettacolo.

La performance “Diventa un lampione di strada” del Teatro popolare sloveno di Nova Gorica, di cui sarebbe difficile definire il genere, potrebbe essere descritta come uno spettacolo musicale di poesia visiva del Kosovel. Anche se è stato creato un centinaio di anni fa, il richiamo dei versi di Kosovel al rinnovamento dell’uomo e della società, si rivela di grande attualità,  in quanto viviamo in un tempo di eliminazione degli attuali modelli di relazioni umane, degli ordini e di ribellione. Dall’area di cabaret abbandonata nella quale, come fuggiaschi, respinti dalla società, sei artisti perfettamente abbinati, intrecciando la coreografia, il racconto e l’espressione teatrale di cabaret musicale, inviano l’invito a noi e tutti coloro che siedono da qualche parte – teatri, caffè, bar o parchi di divertimento.

La performance “Ieri mi sono ricordato del blu,” del Teatro dei ciechi e degli ipovedenti “Vita nuova”, della regia di Petra Radin, rivela come viene vissuta la diversità quando essa ha la conotazione di disabilità. Quanto veniamo capiti  dall’ambiente quando siamo diversi. Il festival “Leone d’oro”, contradistinto dal marchio  di qualità d’espressione artistica, ha invitato con grande gioia il teatro “Vita nuova” a unirsi alla rassegna di quest’anno.

Infine, il moto del festival di quest’anno – É giunto il momento della rivelazione – , dove il “Leone d’oro” cercherà con le possibilità di un teatro diverso e innovativo di sottolineare l’importanza delle modifiche dei punti di vista prospettici, spostando le prospettive di vita quotidiana e dei suoi modelli, cercando di vivere il dialogo con il pubblico per creare i propri mondi derivanti dalla profonda verità, di solito nascosti nelle imitazioni di mondi diversi. Quelli reali e quelli teatrali.

Vesna Đikanović

Ministro della Cultura della Repubblica di Croazia prof. Berislav Šipuš

10/06/2015 // Nekategorizirano

prof. Berislav Šipuš

prof. Berislav Šipuš

Uno degli eventi teatrali più importanti della recente storia croata, di estrema importanza per la Regione Istriana e la città di Umago – il Festival internazionale del teatro da camera “Leone d’oro” – è sorto dalla tradizione che inizia con Antonio Coslovich, fondatore del primo teatro di Umago nel XIX secolo. Dalla sua fondazione nel 2000 ad oggi Il Festival è stato concepito come un incontro delle principali realizzazioni artistiche di espressione teatrale recenti, croate e straniere, che coltivano con cura il multiculturalismo e il multilinguismo saldamente intrecciati nella realtà della vita degli abitanti dell’Istria e di Umago.

Il “Leone d’oro” può liberamente vantarsi per la qualità che negli anni ha creato un concetto accuratamente ponderato e per la rigorosa selezione nella scelta e nella valutazione delle prestazioni, che occupa un ampio spazio della realtà artistica del teatro croato, rendendo la sua parte molto significativa. Con grande impatto sulla scena nazionale, regionale e internazionale, il teatro apre continuamente la strada del dialogo artistico e interpersonale, sperimentando sistematicamente la poetica teatrale che accompagna il carattere del festival da camera con un sempre innovativo approccio di recitazione.

Il Festival di carattere internazionale è un punto d’incontro di artisti teatrali croati e stranieri e di amanti del teatro, che in una settimana possono seguire le migliori prestazioni da camera mentre i professionisti e gli artisti possono condividere con il pubblico e con i colleghi questioni persistenti, la sperimentazione e la ricerca di una migliore espressione artistica – dedicata all’arte, senza la quale è difficile aspettarsi uno sviluppo. Con ogni nuova edizione il Festival internazionale del teatro da camera “Leone d’oro” apre la strada al dialogo artistico, creando così un terreno fertile per nuovi incontri teatrali.

Grazie alla sua eccezionale qualità, il festival, di anno in anno, attira un pubblico sempre più numeroso, che conferma la sua eccellenza e l’imprescindibilità nella cultura croata. Pertanto, anche quest’anno auguro al Festival internazionale del teatro da camera “Leone d’oro” un sacco di ispirazione artistica, incontri ispirativi e un’efficace realizzazione delle straordinarie performances teatrali che aprono la prospettiva ad una nuova generazione di pubblico.

Savina – 02/07/2015 in 21:00

09/06/2015 // Spettacoli 2015

savina8Storia di una madre triestina deportata nei Lager nazisti

Qualche anno fa è morta Savina Rupel, nata a Prosecco nel 1919, fioraia nel rione di San Giacomo a Trieste fino alla Seconda Guerra Mondiale, arrestata dai nazisti nel 1944 e internata nel campo di concentramento di Ravensbruck in Germania. La sua storia è quella di una deportata incinta che partorisce in quel campo.

Esistono numerose testimonianze sulla realtà dei Lager ma nel racconto teatrale che abbiamo tratto dalle varie interviste fatte a Savina si tocca uno dei suoi punti più strazianti. La morte di un figlio, nato tra gli orrori del campo di sterminio, rappresenta infatti una delle vicende più dolorose che si possano raccontare.

Savina ha avuto la grande forza di rievocare il dolore del suo percorso estremo, spinta dal bisogno di ricordare suo figlio Danilo, vissuto solo pochi giorni, e motivata dalla necessità morale di lasciare una testimonianza. Ora che lei non c’è più è nostro dovere raccontare questa atroce vicenda, trasmettendola in questo modo anche alle generazioni future, affinché tragedie così orrende non vengano dimenticate.

I maiali – 03/07/2015 in 21:00

09/06/2015 // Spettacoli 2015

svinje 1

Due sorelle vivono tranquillamente in una fattoria e allevano maiali.

La sorella maggiore è completamente dedicata ai maiali e alla cura del padre invalido il quale viene tenuto per punizione in un ripostiglio, mentre la sorella minore trascorre le giornate in cerca di una professione la quale le permetterebbe di andarsene dalla fattoria in cerca di una vita migliore. I problemi iniziano nel momento in cui i maiali cominciano a crepare, quando il padre invalido esprime il desiderio di uscire per celebrare il proprio compleanno, e nel quale, alla fine, le carcasse cominciano ad uscire dal cimitero improvvisato nel rosetto.Le sorelle, sotto il peso di tante preocupazioni, cominciano a chiedersi se conviene vivere una vita piena di violenza

Il dramma «MAIALI» (2001) di Tomislav Zajec, fino a questo momento ha avuto la prima a Vinkovci (2003) e altre due performance a Zagabria (2011) e a Lubiana (2012)

Il drama “I maiali” di Tomislav Zajec, regia di Damir Zlatar Frey. Oltre alla regia, Damir Zlatar Frey si occupa della coreografia, della scelta musicale, della scenografia e dei costumi, la dramaturgia è di Vesna Đikanović, l’assistente-costumi è Ivana Bakal, l’assistente costimografa è Žarka Krpan, l’assistente scenografo e realizzatore delle scene è Slaven Edvin Bot.

Interpreti: Goran Guksić (Piccola Ibru) e Matija Kezele (Ibru).

La prima è stata eseguita il 28 febbraio 2015.

Pornographia – 01/07/2015 in 21:00

09/06/2015 // Spettacoli 2015

Pornographia - Foto Suncan Stone

Alen Prošić

#PORNOGRAFIA

Regia:   Alen Prošić

Drammaturgia:   Nina Šorak

Luci e scena:   Igor Remeta

Attori:   Lara Vouk, Maša Grošelj

Coproduzione:   hybridTheatre e Mini teater Lubiana

Pornografia – visualizzazione, trattamento della sessualità esclusivamente per sollecitare i sensi, il piacere

#Pornografia del regista Alen Prošić è un progetto artistico del hybridThratre, inspirato dal film Blue is the warmest colour vincitore della Palma d’oro e dal omonimo fumetto dell’artista francese Julia Meroh in base al quale è stato tratto anche il film.

La performance in stile  «Dogma teatrale», l’idea del dogma ibridico viene ridotto quasi esclusivamente al dialogo. La storia d’amore tra Emma e Adela è interprettata da Lara Vouk e Maša Grošelj.

Il loro incontro non  è un caso. É un motivo.

Le loro forze si fondono, si mettono in equillibrio e ci aprono le porte della loro intimità. Se la #pornografia stuzzica allora.solecita anche i sensi. Tramite il loro discorrere le conosciamo pian piano, e il loro amore alla fine le scopre completamente.

Emma diventa vittima delle proprie convinzioni, pian piano perde la sua forza e i ruoli si invertono. Le parole diventano inutili, rimane solo il silenzio.

Diventa un lampione di strada – 30/06/2015 in 21:00

09/06/2015 // Spettacoli 2015

Srecko Kosovel-foto atelje Pavsic Zavadlav- (2)

Regia:  Andrej Jus
Scelta del testo e drammaturgia:  Nejc Valenti
Compositore: Branko Rožman
Lettore: Srečko Fišer
Scenografo: Danijel Modrej
Costumi: Belinda Radulović
Coreografa: Bojana Mišić
Luci:  Samo Oblokar
Musica:   Matej Čelik

Interpreti:
Ana Facchini
Kristijan Guček
Miha Nemec
Žiga Saksida k.g.
Marjuta Slamič
Vladimir Hmeljak

Con l’avvicinarsi del 110o anniversario della nascita di Srečko Kosovel, il regista Andrej Jus, il drammaturgo Nejc Valenti con il gruppo teatrale-musicale, hanno posto sulla piccola scena il concerto teatrale della poesia del Kosovel, che prende il nome dalla sua poesia Diventa un lapione di strada con il seguente messaggio: Perchè essere uomo se è difficile/ essere uomo?

Il concerto di poesie di Srečko Kosovel (1904-1926) mette in risalto il suo pensiero che si dimostra estremamente aggiornato, che esprime la necessità di cambiare l’organizzazione della società esistente.

La rapresentazione inciterà in primo luogo i giovani, portatori del futuro e la performance si appoggierà al costruismo, la cui etica viene collegata all’estetica. Il suo richiamo al rinnovamento dell’uomo, l’uomo inteso come «etos su misura d’uomo» sarà trasmesso al pubblico con elementi integrati e diversificati di musica e di visualizzazione, con selezione dei testi socialmente impegnati, completato da elementi di prosa, che uniti al tono rivoluzionario dell’urlo teatrale per l’umanità, contribuirà ad una forma più tranquilla.
Questo progetto, che integra anche il 110o anniversario della nascita di Kosovel, è stato realizzato dal regista Andrej Jus con la partecipazione di Nejc Valenti e Branko Rožman.

Ieri mi sono ricordato del blu – 29/06/2015 in 21:00

09/06/2015 // Spettacoli 2015

5T9C6010inspicijent: Nina Biondić

interpreti:

Dajana Biondić, accompagnata dal cane Zdenka

Suzana Bliznac

Milenko Zeko

Vojin Perić

Loris Pilav

Tehnička podrška – Antonela Šarić, Nenad Lalović,Branko Ostojić, Nikola Višić

Che cos’è la cecità? Il buio fisico e un mondo in cui i colori assumono forme sinestesiche formando un colorito particolare, o il fissare di occhi sani che non riconoscono gli altri e i diversi? La forma fisica degli occhi che hanno perso la loro funzione è l a peggiore per chi ne è direttamente colpito, ma l’altra, quella di occhi sani, che abbaglia con i propri punti di vista, ammala tutto intorno a se e ci conduce al buio nel quale neanche il sole ha potere.

Questa presentazione è come una ragazza graziosa che passa per le vie delle vostre vite, vestita vistosamente da far volgere il capo, dallo sguardo curioso, che per un’oretta vi collega all’anima pura.. Lei non ha bisogno di flirtare per un momento senza valore d’ intrecciarsi delle dita, non ha l’impulso di «pizzicare» la guancia e svegliare in voi la falsa speranza nell’amore al primo contatto, è invece un composto di noi tutti, abbracciati nel teatro dei non vedenti e ipovedenti «Vita nuova», di noi che siamo dispiaciuti per tutti quelli che si dispiaciono per noi, che vediamo chiaramente di essere non visti e di essere trattati da salvadanaio per l’elemosina, mentre i posti a teatro rimangono vuoti, perchè non siamo degni di avere un teatro nostro.

Scompiglio – 28/06/2015 in 21:00

08/06/2015 // Spettacoli 2015

_MG_5459Branko Brezovec

SCOPIGLIO

Il progetto scenico Scompiglio, in coproduzione del Eurokaz, Accademia dell’arte drammatica di Zagabria e dell’associazione drammatica Domino, nasce sulla base del romanzo Scompiglio del giovane Törless del prosista austriaco Robert Musil (1880 – 1942). L’iniziatore del progetto Scompiglio è il rinomato regista croato Branko Brezovec, professore presso l’Accademia, che ha qui ragruppato sia gli studenti nonchè i professori di tutti i dipartimenti dell’Accademia.

Al centro della storia c’è il giovane Törless, alle prese con gli inizi della propria maturazione psicologica ed erotica in condizioni della clausura dell’istituto militare alle soglie della Monarchia Asburgica.  É un romanzo dal discorso trattenuto, ai margini irrazionali del silenzio estatico e i desideri impressionistici scoperti improvisamente nei confronti del misterioso Secondo, i quali si avvicinano cautamente nelle figure di attrazione fisica. Ma il romanzo, di un taglio fortemente introspettivo, è  in realtà una parafrasi ironica dei principi elementari della filosofia critica di Kant: l’impossibilità di arrivare tramite il discorso alla sfera del trascendentale.

Scompiglio è un insolito progetto drammatico, il quale è allo stesso tempo un passo educativo, nato sui principi di laboratorio sulla metodologia del materialismo scenico indirizzato al gesto teatrale (Bertolt Brecht) e l’arbitrio del segno (Robert Wilson)

Nella scena vengono usati i filmati di Kurt Kren e Ivan Ladislav Galeta.

Drammatizzazione e regia      BRANKO BREZOVEC

scena e scelta dei filmati        TIHOMIR MILOVAC

costumi                                   IRENA SUŠAC

musica                                     PETERIS VASKS (20 sinfonia), RICHARD WAG   (Siegfried, 30 atto, 30 scena)

priezioni video                        IVAN MARUŠIĆ KLIF

aiuto regista e gesti                 NATALIJA MANOJLOVIĆ

aiuto regista e proiezioni        IVAN PLANINIĆ

luci                                          PETAR STRMEČKI

 

interpreti:

TÖRLESS                                         ROMANO NIKOLIĆ

BASINI                                              HRVOJKA BEGOVIĆ

BEINEBERG                                               ADRIAN PEZDIRC

rating                                                  DOMAGOJ JANKOVIĆ

PROF. KANT                                               DADO ĆOSIĆ

BOŽENA/ MADRE DI TÖRLESS             SUZANA BREZOVEC

NUMERO NOVE                             TIHOMIR MILOVAC

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